Notizie dall’Italia e dal mondo 25/09/09

Sommario delle notizie:

  • AIDS: vaccino sperimentato in Thailandia efficace in 1/3 casi

  • AIDS: il vaccino è possibile, studio dà nuova speranza

  • AIDS: Aiuti, su vaccino Thailandia bisogna essere cauti

  • AIDS: Sanofi, primo risultato concreto nella lotta HIV

  • AIDS: ONU, dati incoraggiangti sul vaccino ma resta molto lavoro

  • AIDS: ACTIONAID, proseguire su questa strada

  • AIDS: LILA, bene vaccino, ma è ancora poco, serve prevenzione

  • AIDS: VACCINO;Nobel Sinoussi, bisogna moderare gli entusiasmi

  • AIDS: Garaci: dato importante, abbatte scetticismi

  • AIDS: la lunga corsa al vaccino, ora prima risposta

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    • AIDS: vaccino sperimentato in Thailandia efficace in 1/3 casi

      (ANSA-REUTERS-AFP) – BANGKOK, 24 SET 2009 – Il vaccino, sperimentato dal 2003 su 16.000 volontari in due province thailandesi, è stato spiegato, è ricavato da due vecchi vaccini fra loro diversi ed entrambi rivelatisi inefficaci. La sperimentazione, condotta in collaborazione dal ministero della sanità thailandese e dall’esercito americano, è stata presentata come la più importante mai effettuata nel mondo per un vaccino contro la contaminazione da virus Hiv. “Nel 32,1% dei casi il vaccino riduce il rischio d’infezione”, hanno indicato i ricercatori in una nota diffusa nella conferenza stampa di Bangkok. “Questo risultato – vi si legge ancora – rappresenta un balzo in avanti perché è la prima volta che un vaccino contro il virus Hiv dimostra un’efficacia preventiva. Si tratta – aggiunge la nota – di un progresso scientifico molto importante e ci dà la speranza che un vaccino efficace per il mondo intero sia possibile per l’avvenire”.

    • AIDS: il vaccino è possibile, studio dà nuova speranza

      (ANSA) – WASHINGTON, 24 SET 2009 – Per la prima volta la ricerca scientifica ha dimostrato che sviluppare un vaccino efficace contro l’Aids “é possibile”. La “nuova speranza” – come l’hanno definita oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’agenzia Onu per l’Hiv – viene da Bangkok, in Thailandia, dove su iniziativa americana è stata condotta la più grande sperimentazione clinica mai intrapresa per un vaccino contro l’Aids. Lo studio, finanziato dall’Esercito americano e dall’Istituto statunitense di Allergologia e Malattie infettive, ha mostrato che la combinazione di due vaccini già esistenti è in grado di ridurre il rischio di infezione del 31,2%. “Una percentuale modesta – ha dichiarato Jerome Kim, il colonnello dell’U.S. Army che gestisce il programma dell’esercito per l’Hiv – ma che rappresenta un passo significativo nella ricerca di un vaccino da molti ritenuto impossibile”. I due vaccini utilizzati sono l’Alvac, prodotto dalla Sanofi Pasteur (divisione della casa farmaceutica francese Sanofi-Aventis), e l’Aidsvax, sviluppato dalla società americana Vaxgen e ora di proprietà dell’associazione no-profit Global Solutions for Infectious Diseases. Testate separatamente, entrambe le formule avevano dato risultati scoraggianti, al punto che l’idea di un nuovo studio per combinare le due sostanze aveva ricevuto numerose critiche. Invece, i risultati sono arrivati: il mix di Alvac e Aidsvax ha dato “risultati modesti ma importanti”, aprendo un nuovo capitolo nella lotta al virus dell’Hiv, che ogni giorno infetta nel mondo circa 7500 persone. La sperimentazione, condotta in collaborazione tra il Ministero thailandese per la Salute Pubblica e i ricercatori americani, si è svolta su oltre 1600 volontari thailandesi ed é durata più di cinque anni. Nel gruppo a cui è stata somministrata la combinazione hanno contratto il virus 51 persone, mentre nel gruppo di controllo (a cui è stato dato un placebo) i contagi sono stati 74. “Tanta strada rimane ancora da fare – ha commentato Kim – ma si tratta di un risultato sorprendente, un vero e proprio spartiacque”. Anthony Fauci, direttore dell’Istituto statunitense di Allergologia e Malattie infettive, si è detto “cautamente ottimista sulla possibilità di migliorare i risultati ottenuti”. Kim ha sottolineato che la combinazione di vaccini è stata testata in Thailandia ed è specifica per i ceppi attualmente in circolazione in quel paese. Rimane ancora da verificare la sua efficacia su gruppi particolarmente a rischio, come maschi omosessuali e persone che fanno uso di droghe per via endovenosa. Ulteriori dettagli sulla sperimentazione verranno diffusi ad ottobre, in occasione della conferenza sui vaccini per l’Aids che si terrà a Parigi.

    • AIDS: Aiuti, su vaccino Thailandia bisogna essere cauti

      (ANSA) – ROMA, 24 SET 2009 – “Sono molto cauto sull’ interpretazione di questi dati che in parte conoscevo perché già parzialmente pubblicati a livello scientifico”. E’ questo il commento dell’immunologo Fernando Aiuti all’annuncio dei risultati della sperimentazione in Thailandia di un vaccino contro l’Aids. “Innanzitutto – spiega – si tratta di un protocollo atipico perché la sperimentazione è stata fatta utilizzando un vaccino, l’Aidsvax americano, che non ha funzionato a cui è stato poi aggiunto un secondo vaccino della Sanofi-Pasteur”. Non solo: secondo l’immunologo la percentuale di successo è troppo bassa. Se infatti su 8.200 persone vaccinate se ne sono ammalate 52, le nuove infezioni registrate nel gruppo di controllo sono 74. “Uno scarto troppo basso – afferma – per parlare di successo del vaccino, tanto più che nei pazienti vaccinati che si sono ammalati l’andamento dell’infezione è stato identico a quello degli malati non vaccinati. Dunque il vaccino non ha avuto neanche un effetto protettivo sull’andamento della malattia”. Ma le critiche rivolte ai risultati dei questa sperimentazione non finiscono qui. “La vaccinazione – prosegue – è impensabile su vasta scala sia perché è troppo complessa sia perché, come afferma l’Oms, un vaccino per essere efficace deve proteggere almeno il 50% della popolazione”. Infine Aiuti sottolinea che in Thailandia gira un sottotipo di virus che non si trova negli altri paesi del mondo. “Quindi – conclude – questa sperimentazione non può essere estrapolata per il controllo dell’infezione in altri continenti”.

    • AIDS: Sanofi, primo risultato concreto nella lotta HIV

      (ANSA) – ROMA, 24 SET 2009 – “E’ il primo risultato concreto”, questo il commento della casa farmaceutica Sanofi Pasteur ai risultati del test del vaccino contro il virus dell’Aids svolto a Bangkok. La fase di sperimentazione del vaccino, condotto nel corso degli ultimi sei anni, hanno mostrato che nella fase 3, lo stadio finale di test effettuata su larga scala, ha evidenziato una riduzione del tasso di infezione del 31.2%. “Anche se modesta, la riduzione del rischio delle infezioni dell’Hiv è statisticamente significante – ha commentato il Vice presidente della Sanofi Pasteur, Micheal DeWilde in una nota – questa è la prima prova concreta, dalla scoperta del virus nel 1983, che un vaccino contro il virus dell’Aids diventa possibile. Ovviamente – ha proseguito De Wilde – è necessario ulteriore lavoro affinché il vaccino venga provato e autorizzato per l’uso mondiale”.

    • AIDS: ONU, dati incoraggiangti sul vaccino ma resta molto lavoro

      (ANSA) – GINEVRA, 24 SET 2009 – I risultati della più vasta sperimentazione clinica mai condotta per un vaccino contro l’aids – annunciati oggi in Thailandia – costituiscono “un significativo passo scientifico” che alimenta “nuove speranze”, ma molto lavoro resta ancora da fare. E’ quanto affermano oggi due agenzie delle Nazioni Unite. Il vaccino sperimentato presso 16.395 volontari in Thailandia ha raggiunto un tasso di efficienza del 31,2% nel prevenire l’infezione con un effetto protettore “modesto”, affermano in un comunicato congiunto l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e il Programma delle Nazione Unite sull’aids (Unaids). Ma si tratta di un “progresso scientifico significativo poiché sono la prima dimostrazione che un vaccino può prevenire l’infezione da HIV”, aggiungono. Per Oms e Unaids molto lavoro resta da fare, anche per determinare se le due componenti del vaccino sono amministrabili in altre parti del mondo, in altri contesti e con diversi sotto-tipi dell’Hiv.

    • AIDS: ACTIONAID, proseguire su questa strada

      (ANSA) – ROMA, 24 SET 2009 – I dati del studio condotto in Thailandia per la creazione di un vaccino per l’Hiv “fanno ben sperare per il futuro e ci auguriamo proseguano su questa strada”. Lo afferma Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid. “A livello globale – spiega ActionAid – l’infezione si propaga con una crescita che i sistemi sanitari non riescono ad assorbire. I governi devono assicurare una risposta sostenibile e a lungo termine alla malattia, e la notizia venuta dalla Thailandia ci spinge ancora di più a chiedere al nostro governo di mantenere le promesse fatte in occasione del Vertice del G8 di luglio”. ActionAid ricorda, infatti, che ancora non è stata onorata la promessa relativa al pagamento della quota italiana al Fondo Globale fatta dal Presidente del Consiglio in occasione del Summit a L’Aquila, che sarebbe dovuta arrivare per la fine di agosto. “Riteniamo – sottolinea l’associazione – che, nonostante gli sforzi di governi, organizzazioni umanitarie e agenzie dell’Onu, le risorse messe a disposizione per fronteggiare l’Hiv-Aids siano ampiamente insufficienti per garantire l’accesso universale alle cure per tutti i malati. Bisogna dunque insistere ancora sui metodi di prevenzione, in particolare nelle aree più povere del mondo, fra tutte l’Africa Subsahariana, dove vivono oltre due terzi dei sieropositivi di tutto il mondo e dei quali solo meno di un terzo ha accesso ai farmaci salva-vita”.

    • AIDS: LILA, bene vaccino, ma è ancora poco, serve prevenzione

      (ANSA) – MILANO, 24 SET 2009 – La notizia di un vaccino contro l’Aids sperimentato in Thailandia, che ridurrebbe del 31,2% il tasso di infezione da Hiv nelle persone trattate, è un buon segno per la Lega italiana per la lotta all’aids (Lila). Ma non é ancora sufficiente, e non bisogna dimenticare di investire nella prevenzione. A dirlo all’ANSA è la presidente nazionale Lila, Alessandra Cerioli. “Sicuramente servono studi vaccinali – spiega – questo è fuori discussione. E’ anche vero però che questi risultati, così come gli investimenti, fanno riflettere su quanto ancora poco si fa per la prevenzione, e quanto ancora sarebbe importante fare, soprattutto in Paesi come la Thailandia”. Sul nuovo vaccino, in particolare, quel 31,2% di riduzione “a me sembra veramente poco, anche se è meglio poco che niente”. Comunque, il primato del vaccino thailandese è indubbio: “E’ vero – spiega l’esperta – è la prima volta che un vaccino contro l’Hiv non fallisce completamente. Nel 2006 fu chiusa una sperimentazione di fase II perché si verificavano più infezioni nelle persone vaccinate che in quelle non vaccinate, e la stessa cosa accadde in un’altra sperimentazione cinque anni fa. Sicuramente posso dire ‘bene’, ma attenzione ai facili entusiasmi, anche perché la sola circoncisione riduce il rischio di contrarre il virus del 60%”, in pratica il doppio del vaccino. “In attesa che arrivi un vaccino che speriamo possa essere maggiormente funzionante – conclude Cerioli – le associazioni esortano a investire quindi anche nei mezzi di prevenzione, come preservativi e siringhe pulite, che funzionano nel 99% dei casi”.

    • AIDS: VACCINO; Nobel Sinoussi, bisogna moderare gli entusiasmi

      (ANSA) – PARIGI, 24 SET 2009 – “E’ il primo studio che mostra una certa efficacia, ma bisogna moderare gli entusiasmi”: questo il commento alla notizia della messa a punto di un vaccino anti-Aids da parte di Francoise Barre-Sinoussi, premio Nobel 2008 e co-scopritrice del virus, in un video trasmesso durante la conferenza stampa di Sanofi che è in corso in questo momento a Parigi. “Perché solo il 31% di volontari sono stati protetti? – si chiede la Sinoussi – che risposta immunitaria è associata alla loro protezione? Questo studio permetterà di rispondere a una domanda che à ancora senza risposta”.

    • AIDS: Garaci: dato importante, abbatte scetticismi

      (ANSA) – ROMA, 24 SET 2009 – I dati presentati sul vaccino anti-Aids messo a punto da un panel di esperti statunitensi e tailandesi sono importanti e promettenti, anche perché consentono di abbattere lo scetticismo che si era creato, e che ga scoraggiato i finanziatori, sulla possibilità di arrivare a produrre un vaccino anti-Aids efficace. E’ il commento del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) Enrico Garaci alla notizia sul vaccino anti-Aids che sembra efficace nel 32,1% dei casi contro il rischio d’infezione. Questa sperimentazione, ha detto Garaci, “é un risultato molto importante, non solo perché condotta su un grosso campione di individui, ma anche perché è la prima volta che si dimostra che un vaccino anti-Aids può funzionare a livello preventivo; è importante, dunque, in considerazione del grande pessimismo generale che si è creato in questa materia che di fatto ha ritardato la ricerca sui vaccini”. Questo studio dimostra dunque che quella dei vaccini è una strada che può essere percorsa ed è importante anche che il lavoro sia il risultato di un progetto intergovernativo, ha aggiunto, “che è poi anche la strada che seguiamo noi col Sud Africa con la sperimentazione del vaccino di Barbara Ensoli, per cui stiamo completando l’arruolamento dei volontari per la fase II”. Il vaccino sperimentato in Tailandia, ha spiegato Garaci, è é basato su componenti strutturali del virus, cioé proteine di superficie, ed è quindi una strada diversa rispetto a quello anti-TAT dell’ISS: “sono due strade alternative, di soluzioni possibili per vaccini anti-Aids ce ne sono varie – ha concluso – non è neppure escluso che alla fine si possa pensare a una combinazione di vaccini, ma questa possibilità è di là da venire”.

    • AIDS: la lunga corsa al vaccino, ora prima risposta

      (ANSA) – ROMA, 24 SET 2009 – Dopo tante delusioni, finalmente un po’ di speranza: il vaccino contro l’Aids non è più un obiettivo impossibile, dopo i risultati “modesti”, ma “incoraggianti” ottenuti in Thailandia, nella sperimentazione condotta su 16.000 adulti. A definirli così è Anthony Fauci, il direttore dell’Istituto statunitense sulle malattie infettive (Niaid) che due anni fa aveva imposto un alt alle ricerche sul vaccino. Era stata una battuta d’arresto imposta dai continui fallimenti che si registravano ormai, uno dopo l’altro, a partire dai primissimi tentativi fatti all’inizio degli anni ’90. Doveva esserci qualcosa di sbagliato nella strategia: bisognava fermarsi e mettere bene a fuoco il bersaglio se si volevano ottenere dei risultati. Adesso, a sorpresa, i primi risultati significativi sono arrivati dalla piu’ vasta sperimentazione in corso di un vaccino contro il virus Hiv, finanziata Thailandia e Stati Uniti. Il vaccino è risultato efficace nel prevenire l’infezione nel 31% dei casi. “Questi nuovi risultati rappresentano un importante passo in avanti nella ricerca di un vaccino contro l’Hiv”, ha dichiarato oggi Fauci. Servono tuttavia, ha aggiunto, “ulteriori studi per comprendere meglio il meccanismo d’azione del vaccino”. La sperimentazione thailandese era cominciata nel 2003 ed ha raggiunto adesso l’ultima fase, quella che coinvolge un grande numero si volontari allo scopo di provare l’efficacia del vaccino, nato dalla combinazione di un vaccino dall’azienda Sanofi Pasteur e di uno della Vaxgen, basati sui ceppi B ed E, i più comuni in Thailandia e Usa. Sono stati più di una trentina i vaccini contro l’Aids arrivati alla sperimentazione, ma si contano sulla punta delle dita quelli che hanno raggiunto l’ultima fase della sperimentazione. All’inizio la corsa al vaccino ha considerato solo l’aspetto esteriore di questo virus sfuggente e capace di cambiare rapidamente. I primi vaccini si basavano infatti sulle proteine di superficie del virus, come la Gp120. Il loro obiettivo era impedire l’infezione, come fanno tutti i vaccini tradizionali. Poi la ricerca è andata avanti ed è arrivata una seconda generazione di vaccini ricombinanti, nei quali il virus animale é stato combinato con antigeni umani (anche in questo caso la proteina Gp120). Ed è a questa generazione che appartiene il vaccino preventivo sperimentato in Thailandia. E’ arrivata poi una terza generazione di vaccini anti-Aids, che punta a colpire il virus al cuore: anziché le proteine di superficie vengono utilizzate le proteine interne al virus e che controllano la replicazione, come la Tat su cui si basa il vaccino messo a punto in Italia dal gruppo di Barbara Esoli nell’Istituto superiore di sanità.